Un fine anno che preoccupa molto il comparto industriale italiano, soprattutto il settore delle aziende metalmeccaniche, cartiere, di fonderie e di impianti che producono vetro e ceramiche, per il prossimo futuro.
La causa è legata ai forti rincari dei costi dell’energia elettrica e del gas, quadruplicati negli ultimi mesi rispetto al periodo pre-covid, e all’aumento dei prezzi delle materie prime, che rischiano di mettere in ginocchio interi settori, come quello della produzione della carta, in cui si registra, nonostante una significativa ripresa dei ricavi nel corso del 2021, una marginalità sempre più bassa.
Tommaso De Luca, responsabile della comunicazione per il gruppo cartario Lucart, definisce questa situazione, in una sua intervista rilasciata al Corriere della Sera, “la tempesta perfetta”.
“Siamo ai massimi storici dei prezzi delle materie prime e ai massimi dei costi del gas e dell’energia – dice – oltre ogni oscillazione mai verificatasi, e in più aggiungiamoci gli aumenti relativi ai trasporti e alla supply chain. In definitiva, nel nostro settore stiamo lavorando in perdita, anche perché non è che possiamo chiedere al consumatore finale 5 euro per una confezione di tovagliolini o per un pacco di carta igienica…”.
Sempre De Luca di Lucart preannuncia un possibile blocco degli impianti: “Assocarta (l’associazione di categoria dei produttori) potrebbe decidere a gennaio di fermare la produzione e lo stesso potrebbe avvenire in altri settori particolarmente energivori dell’industria nazionale. Qualche produttore già ora sta lavorando a singhiozzo. La sensazione è che la bufera sarà lunga, qui servono risposte di sistema decise e urgenti”.
L’auspicio è che le istituzioni mettano subito in campo misure straordinarie per affrontare l’emergenza, in maniera da far ripartire nel nuovo anno al meglio il sistema industriale del nostro paese, che rischia di veder fermare un gran numero di aziende che non avranno la capacità di far fronte alla crisi preannunciata.